Ho sempre avuto paura ad approcciarmi con i ragazzi, il mondo del dating per una persona trans è pressoché complesso sotto molti punti. L’essere oggettificati, feticizzati, non sai mai se piaci a quella persona per il tuo carattere, personalità o per una mera selezione del tuo corpo come feticcio per soddisfare una qualche perversione sessuale. Quando ti interfacci con l’interlocutore in questione all’inizio tutto parte “normale”, “come stai?”,”di dove sei?”, “fai sport?”, diciamo regolare; il problema avviene quando tu persona trans ti esterni e lo fai presente, lo switch è immediato, il tuo corpo viene scannerizzato e sezionato, “sei rifatta?”, “ha il p*e o la v***a?”,” mi piacerebbe provare sai…”; diventi inevitabilmente l’esperienza, la prova. Tempo fa quando iniziavo ad approcciarmi per le prime volte a questo mondo, fatto di conoscenze e scambi reciproci, non immaginavo tutta questa fatica nel cercare di sembrare un minimo “normale” o quantomeno essere trattata come un’essere umano e non un’esperimento sociale. L’errore è cercare di paragonarsi ad ideali fasulli e difficili da raggiungere. Fin da quando ne ho memoria, ho sempre cercato di svalutare il mio corpo, perché non conforme alle regole sociali e a quello standard assurdo che è la bellezza e l’estetica convenzionale.
Amarsi è la chiave per superare il pregiudizio e l’istigazione ad odiarsi, lo so non è per niente facile.
già non è facile è un qualcosa che va ben oltre…
Specialmente quando ti piace una persona a volte si incorre in meccanismi di difesa (paura dell’abbandono e di ferite passate, dall’infanzia e non), la paura di essere rifiutati si amplifica in queste circostanze, oltre l’aspetto fisico e il modo di essere, vi è la consapevolezza che questa “particolarità” possa spaventare o d’altro canto “eccitare ma negativamente”.
Ci sono giorni in cui non riesco nemmeno a guardarmi allo specchio, anche un singolo riflesso mi rimanda ad un amara scanfitta, quella di non essere come mi sento, non sono io quell’essere, io non sono così, capita a volte di sperimentare ribrezzo, perché se piaci, forse piaci solo per questo fatto, per questo essere così anticonformista, anticonvenzionale.
In passato ho tentato follie pur di cercare di piacere, arrivando ad annullarmi completamente, annullare quella parte di me che mi rende unica.
Mi ritrovai a lottare contro me stessa, in un momento in cui non avevo il supporto di una delle persone più importanti e care a me, mio padre, che mi ha sempre rammentato il mio essere solare,allegra,luminosa,spiritosa; solo che in quel momento, in quell’istante non avevo più ne uno né l’altra.
Valeva cessare di esistere, spegnere del tutto quella luce che per anni mi ha fatto superare monti e oceani; la cosa che fa rabbia costante è il pensiero continuo del fatto che mi sono lasciata calpestare pur di non rimanere da sola, essere abbandonata, accettare qualsiasi atteggiamento o mancanza di rispetto, rimanere in attesa e convincermi del fatto che forse un giorno si accorgerà del mio valore e mi amerà, rimanendo amici con “benefici” forse si evolverà in un qualcosa di più profondo, tutte domande che hanno come luogo comune un’unica risposta, “NO”, non succederà, tu ti illudi, ti convinci di amare quella persona, la idealizzi, nonostante mai ci fu quell’incontro tanto agognato.
Fa male rendersi conto di essere stati usati per mero scopo sessuale è disumanizzante, ogni volta che ci penso mi si comprime il cuore in petto, aver speso tempo e energie verso una persona che non solo non ti ritiene importante e di valore, ma ti sessualizza a suo piacimento, sei una marionetta e i fili sei tu che li crei dando fiducia a persone sbagliate, affidando sentimenti e passioni che useranno contro di te.
Attesa…la parala che più mi distrugge ultimamente.
Ho sempre saputo da quando ho intrapreso questo percorso che fosse lungo, costoso e difficile, sia fisicamente, che mentalmente. Ma mai come ora.
La vaglia di piangere è impellente, il bisogno di comprensione, la necessità di essere amata.
Quell’amore che fin da piccoli cerchiamo, come sicurezza di sopravvivenza.
Cresce in te una barriera, un muro, per la paura di essere feriti di nuovo.
Poi ti guardi allo specchio e ti chiedi ho qualcosa che non va?” “non sono riuscita a dare abbastanza?” ed è li che realizzi sei stata presa in giro”,la natura ti ha presa in giro, facendosi spazio verso le tue fragili emozioni.
La società ti rende un bersaglio facile, perché magari non sei nata come essa si aspetta, e allora continui e continui a darti del mostro, scherzo della natura, osservando gli altri che fanno esperienze e tu, beh tu mia cara Aurora, tu sei diversa, una diversità che spaventa come il percorso stessa.
Mi ricarderà per sempre quel fatidica giorno 04/01/2020, ”’Mamma Papà sana una danna” e a ripensarci mi fa tenerezza, quella ragazzina di 19 anni appena compiuti che trema davanti alla specchia con alle spalle i genitori e aspettando un giudizio.
Infonda prima a poi arriverà il giorno in cui aprirà gli occhi e sarò finalmente me stessa.
Anni di cambiamenti
Tra alti e bassi,
Sbalzi d’umore, depressione, estrema sensibilità, ma anche gioie come la prima curva, il seno che inizia a crescere, i fianchi che si arrotondano e la mia identità che prende
forma
(Forma di donna)
(Forma di Aurora)