Testimonianza N° 19 – Una storia poco interessante

La mia non è una storia interessante con colpi di scena, atti violenti o imprevisti, però penso valga comunque la pena raccontarla. 

Mi è sempre piaciuto scrivere, ma non ho mai scritto di me o della mia storia, forse perché fino ad oggi non ho mai sentito la necessità di condividerla. 

Sono un ragazzo transgender di 24 anni. Ho intrapreso il mio percorso di affermazione di genere nel 2022 e assumo testosterone da più o meno un anno. 

I primi ricordi di disforia risalgono ai primi anni di infanzia, quando per sentirmi parte di un gruppo fingevo di chiamarmi con un nome da bambino, vestivo con abiti maschili e portavo i capelli corti. Mi sono trasferito a Padova con la mia famiglia in seconda elementare, dove contro ogni aspettativa ho trovato amici e insegnanti che del mio “essere un maschiaccio” non ne hanno mai fatto un problema. Ho sempre vissuto come se fossi un ragazzo nonostante mi facessi chiamare con il mio nome anagrafico, il tutto in maniera molto spontanea, e credo che sia proprio per questo motivo che anche le persone intorno a me abbiano sempre vissuto la cosa in maniera “normale”. 

Mi dispiace deludervi ma anche in famiglia non ho mai avuto problemi, per quanto strani, i miei genitori, non mi hanno mai spinto ad essere qualcosa di diverso da quello che sono, senza alcun tipo di vergogna. Ho due sorelle fantastiche che hanno sempre difeso le mie “stranezze”.

Eppure, nonostante non ci fossero fattori esterni a crearmi disagio, col passare degli anni il mio sentirmi inadeguato cresceva sempre di più.

Ammetto di essere stato cinico all’inizio del percorso, dentro di me pensavo che farmi chiamare con un altro nome  non avrebbe fatto sparire il senso di inadeguatezza che mi ha perseguitato per la maggior parte della mia vita. Specialmente all’inizio mi è sembrato di interpretare un personaggio, un po’ come se fosse tutto una finzione, pensando che tutto ciò avrebbe cambiato solo la percezione che avevano di me le persone e non quello che provavo io. 

E invece mi sbagliavo. Sarei ipocrita se dicessi che è stato un percorso semplice e indolore perché è stato  tutto in salita, una salita bella ripida a dire il vero. Però sapete che una volta raggiunta la vetta, il panorama è così bello che la fatica non la dimentichi, però poi la apprezzi. 

Non c’è un lieto fine o una morale in tutto ciò, però un consiglio, in base a quella che è la mia esperienza posso darvelo: se avete deciso di intraprendere un percorso di affermazione di genere armatevi di pazienza e non abbiate fretta, vi assicuro che alla fine ne sarete più che soddisfatti. 

Sono Mattia, ho 24 anni e sono fiero di me e di tutti i miei sforzi.