Testimonianza N° 22

FRANCESCA EVA
“La verità è che non ho mai detestato davvero il mio nome, al contrario, ho avuto molte ragioni
di amarlo e di continuare ad amarlo tutt’ora. Vuoi perché chi l’ha scelto è stata l’unica persona
che mi ha sempre amata incondizionatamente, vuoi perché questa persona, mio padre, ha
avuto la lungimiranza di sceglierne uno che, a conti fatti, mi avrebbe calzato indosso bene
comunque. Andrea ha sempre avuto più fascino indosso ad una donna che ad un uomo. Il mio
errore, forse, è stato averlo capito troppo tardi. La frenesia del cambiamento, il desiderio feroce,
l’apparente bisogno di cancellare, annullare, dimenticare tutto della vecchia me mi ha accecata
nel più bastardo dei modi spingendomi a buttare via uno dei legami più belli che avevo con mio
padre, l’unico genitore che sento di aver davvero avuto per compiacere, rendere più dolce la
“pillola del cambiamento” a chi, a conti fatti non credo mi abbia mai compresa. Francesca
sarebbe stata la scelta di mia madre senza possibilità di appello nel caso la mia mappa
cromosomica avesse recitato “XX”. e, si, credo di aver scelto di adottarlo un po’ per senso di
colpa nei suoi confronti e per cercare di renderle tutto più “facile” in qualche modo. Non che non

mi piaccia o lo disprezzi, è un bel nome nonostante non possa che ricordarmi, inevitabilmente,
quello che è stato un atto di pura gentilezza e cortesia. Eva. Eva l’ho scelto io, per me. Corto,
diretto, carico di significati e valori ho sempre sentito miei anche se non è stato sempre facile
tenervi fede. La ribellione, il sacrificio in cambio della conoscenza, della consapevolezza,
l’assumersi la responsabilità per le proprie azioni cosciente del fatto che trovare sé stess* a
volte ha un costo che, nonostante tutto, si è disposti a pagare perché dona molto più di quanto
si possa immaginare. Una delle poche cose che può dare senso al proprio dolore. Resilienza.
Con il tempo ho imparato ad amare questa parola. Mi piace l’idea di potermi definire così.
Resiliente e in qualche modo, Eva, è questo. E’ questo per me, almeno. Così chiamatemi
Francesca, chiamatemi Eva, chiamatemi Francesca Eva. Comunque mi chiamerete lo farete col
mio nome.”