Ecco la testimonianza del mercoledì. Questa sarà l’ultima prima della pausa estiva, ci rivediamo a settembre e grazie per averci seguiti in questo bellissimo percorso!
Oggi postiamo lo scritto di Luca, ragazzo transgender che ha voluto condividere con noi la sua famiglia per scelta.
La mia Discord House
La mia famiglia
È difficile trovare un punto da cui partire, per parlare di tutti loro.
Siamo un gruppo piuttosto vario, da diverse parti d’Italia, con diversi nomi, diversi trascorsi e diversi modi di vivere. Ciò nonostante, siamo uniti più che mai come se fossimo una reale famiglia- anche se, una famiglia non deve essere necessariamente formata da legami di sangue, no?
Partendo dal Nord d’Italia, abbiamo me e Kira, che abita in Lombardia. Lei non si fa molto viva, presa da morire con l’ultimo anno delle superiori e quindi con la maturità, dimostrandosi quindi studentessa modello quale è. Poi abbiamo Fedv, da Roma, alle prese con una vita universitaria piuttosto travagliata, con lo studio autonomo delle materie linguistiche; Chiara -che in realtà è del Sud- studia a Roma qualcosa che devo ancora capire bene- astronomia? Ingegneria? Matematica? Tutte cose un po’ troppo impegnative per me. A seguire abbiamo Maki, anche lei alle prese con una maturità da Liceo Classico, e tanti conflitti con la matematica. Ros e Ivy, la cui prima ha abbandonato il percorso di istruzione per complicanze fisiche e mentali, e l’altro è all’ultimo anno di Liceo, con il fermo obiettivo di diventare un medico rinomato e famoso. Infine la piccola -per modo di dire- Sammina, al quinto anno in un Liceo Artistico ed in crisi per via del lavoro del padre, col terrore di un probabile trasferimento.
A grandi linee sembriamo tutti più o meno simili, ma come ho detto abbiamo diversissimi modi di affrontare la vita di ogni giorno. Ivy, per esempio, è quello col carattere più irascibile ed imprevedibile, suscettibile e col “complesso di Dio”, che in ogni discussione nata nel gruppo vuole aver puntualmente ragione. Chiara -la più grande dopo di me- ha un animo pacato, ma fermo e deciso, determinata e dai forti ideali. Fedv è molto… Diciamo, sulle nuvole, un po’ stralunata, che si volge al divertimento ed allo star bene personale. Da non confondere con l’egoismo, però. È probabilmente la persona più generosa ed altruista del gruppo. Sammina è un po’ meno tangibile nel gruppo, tranquilla e serena fin quando non la si fa arrabbiare. Un po’ come Ros, con la differenza che quest’ultima è un’esplosione di energia e di positività il più delle volte. Altri giorni, invece, decisamente meno. Maki è forse la più risoluta e la più schietta, con un modo di fare quasi scocciato all’apparenza, ma dal cuore tanto debole e grande.
E la cosa più bella è che siamo riusciti a far coesistere queste diverse personalità in un unico posto, ossia l’applicazione di Discord, tanto da crearvi una vera e propria casa al suo interno. Siamo sempre presenti, in un modo o nell’altro, che sia per una discussione seria o per una conversazione leggera e superficiale. E riusciamo ad esprimerci senza necessariamente andarci contro con violenza o senza civiltà. Per carità, non essere sempre d’accordo con tutti è completamente normale, e noi siamo i primi a capirlo e rispettare tutti indistintamente- fin tanto che non si sfoci in un comportamento tossico o in un ideale sbagliato. È facile parlare tranquillamente di queste cose un po’ più serie, spendendo così tanto tempo insieme.
La mattina è normalissimo per me trovare i loro messaggi di buongiorno, auguri di buone giornate, o conversazioni che sono già in corso. Non è strano nemmeno trovare qualcuno in chiamata mentre è a scuola, così che possiamo assistere tramite audio alle loro conversazioni. Il più delle volte siamo io, Ros, e Fedv a stare in chiamata la mattinata, per poi vedere gli altri unirsi man mano che si avvicina il pomeriggio e poi la sera, dopo che hanno finito le loro lezioni e le loro sessioni di studio.
Diventa così la nostra scappatoia dal mondo esterno, “lontani” dagli impegni della vita- anche se non è mai realmente così, perché puntualmente qualche genitore arriva a reclamare aiuto per qualcosa. Ma va bene così, non costringiamo nessuno a rimanere in chiamata 24/7. È una cosa libera.
Non solo il tenerci compagnia ci fa stare bene, ma è soprattutto il condividere i nostri interessi: tutti ascoltano il K-pop, e spesso parliamo di questo. Di qualche esibizione nuova, di qualche gruppo nuovo, di qualche scandalo che è uscito dai media o dell’ultima uscita dell’album di qualcuno. E non è cosa da poco, visto tutti gli sguardi storti che ho ricevuto quando ho detto che ascolto musica coreana. È pur sempre musica, no? Più o meno commerciale delle canzoni americane, più o meno profonda di qualche testo in inglese di cui comunque la maggior parte degli italiani non ne capisce il significato. Si sorprenderebbero a sapere quante canzoni mi hanno fatto piangere e quante ne esistono di serie con un bellissimo significato dietro.
Non mi dilungo troppo su questo, altrimenti rischio di aprire una parentesi più lunga del necessario.
Altro interesse che abbiamo tutti in comune è un gioco chiamato Genshin Impact. Non ho davvero parole per descrivere la serenità che giocarvi mi porta, così come mi è difficile esprimere quanto giocare con tutti loro mi renda felice e spensierato. Ci diamo una mano se non capiamo qualcosa, ci aiutiamo a fare qualche missione complicata, spesso e volentieri semplicemente giriamo uno nel mondo dell’altro a rincorrere i nemici- il tutto ovviamente mentre stiamo in chiamata, e ci sentiamo ridere a vicenda e ci contagiamo fino alle lacrime ogni volta, fino ad orari improponibili.
Ma oltre a discussioni in cui ognuno parla in modo civile, esprimendo il proprio pensiero, condividiamo anche tanti momenti di “debolezza” tra di noi. Non che siano frequenti, ma capita talvolta che qualcuno pianga e cerchi conforto tra di noi; che qualcuno si sfoghi per una situazione che gli sta stretta, o che gli da fastidio, o che gli fa del male. Non è sempre rose e fiori, ecco. Vi sono anche i momenti in cui non tutti stiamo bene, e che quindi ci comportiamo un po’ come pinguini- come quando si devono scaldare, e si appiccicano tutti quanti uno addosso all’altro in cerca di calore. Solo che noi siamo in cerca di conforto, e di donarlo.
E va bene così. Riconosciamo di essere umani, che non sempre si può essere felici e facciamo del nostro meglio per alleggerire questi momenti rimanendo insieme, in mezzo a mille distrazioni.
La cosa che però preferisco di più, è il dormire assieme.
È vero, è un gruppo online e non ci siamo mai visti realmente -anche se ci stiamo lavorando-, eppure la sola idea che delle persone abbiano la voglia di lasciare aperta un’applicazione e rimanere in chiamata insieme a me, mi riempie di gioia. Di tranquillità, quasi. È la sensazione di essere insieme a qualcuno, di avere la presenza di una persona accanto, che mi fa dormire più serenamente. Il mostrarsi così vulnerabili, ed al tempo stesso così a proprio agio dal voler spendere la notte tra di noi. Il conforto che si percepisce, anche attraverso un apparecchio elettronico. Non so bene come spiegarlo, onestamente, ma è bellissimo. Mi si stringe il cuore, mi si allarga e mi fa stare bene. È indescrivibile. Ed è bellissimo.
Per questo amo passare così tanto tempo con loro, l’imparare a conoscersi spendendo tutto questo tempo insieme attraverso le piccole cose giornaliere. Sono fermamente convinto che questo gruppo, per quanto distante chilometri e chilometri da me, non mi abbandonerà mai. Con lo spirito, con la loro mera presenza virtuale riempiono le mie giornate delle più belle sensazioni che io abbia mai provato da un anno a questa parte. E non potrei essere più riconoscente, ad ognuno di loro, per aver scelto di essere amici miei e di volermi bene per come sono, per accettarmi ed amarmi.
Luca