Lettera al Senatore Speranzon in merito alla Carriera Alias

Il 3 aprile Il Mattino di Padova ha pubblicato un’intervista al senatore di Fratelli d’Italia Raffaele Speranzon. L’intervista verteva sull’iniziativa degli esponenti veneziani di FdI di impedire il riconoscimento della Carriera Alias nel Liceo Marco Polo di Venezia.

Speranzon ha espresso il proprio appoggio e con toni accesi ha proposto di portare il dibattito in Parlamento al fine di impedire questa opportunità a tutte le istituzioni.

Il gruppo di genitori CON-TE-SIAMO, insieme alla psicoterapeuta e facilitatrice Valentina Cincotto e alla nostra Presidente Roberta Rosin, hanno inviato la seguente lettera al direttore del Mattino e all’On Speranzon chiedendo un incontro con quest’ultimo. Tale lettera è stata pubblicata sulle seguente testate: Il Mattino di Padova, Il Corriere delle Alpi, La Tribuna di Treviso e La Nuova Venezia.

La presidente Roberta Rosin, il Consiglio Direttivo, Valentina Cincotto e il gruppo di genitori CON-TE-SIAMO ringraziano per la cura e l’attenzione dimostrata.

Gentile Direttore,
Le scriviamo in merito all’articolo dal titolo Carriera Alias ‘Per me non esiste’
pubblicato dal Suo giornale lo scorso 3 aprile. Siamo genitori, persone volontarie,
psicoterapeute, insieme alla presidente dell’associazione Con-Te-Stare, Sportello
Attivo Transgender (sede ONIG, Padova) che da alcuni anni accompagna ragazzi e
ragazze che non si riconoscono nel genere assegnato alla nascita in un percorso di
Affermazione di genere, fornendo loro supporto psicologico, legale e medico anche
in collaborazione con altri Enti del territorio, tra cui AOUPD e Università degli Studi
di Padova (Dipartimento dello Sviluppo e della Socializzazione di Psicologia).
Siamo molto amareggiati dalle dichiarazioni, riportate in tale articolo, del Senatore
della Repubblica on. Raffaele Speranzon, in cui questi difende a spada tratta i due
esponenti del suo partito Fratelli d’Italia che hanno inviato una lettera al Liceo
Marco Polo di Venezia, intimando la scuola a non adottare la Carriera Alias.
Come presidente dell’Associazione ricordo che la condizione trans non è né una
scelta, né una patologia, né una moda: fosse così, sarebbe tutto molto più
semplice.

Come genitori, ci troviamo ad essere nella posizione di aver maturato una certa
conoscenza sul campo, forse alla pari di chi segue i nostri figli con professionalità e
competenza per accompagnarli nella loro evoluzione. Questo, in premessa, per far
presente che sappiamo di cosa stiamo parlando. A seguito di rapida consultazione
abbiamo ritenuto opportuno chiarire alcuni aspetti che, a nostro avviso, necessitano
di una competenza specifica per poter essere di aiuto in un dibattito su un tema di
particolare complessità. Ora, dal tono dell’intervista, la complessità dell’assunto non
sembra tenuta in debita considerazione, forse proprio a causa della scarsa
conoscenza del tema dell’Onorevole.
Prendendo spunto dalle parole riportate nell’articolo: “Per quel che riguarda la
questione gender, se ne devono occupare le famiglie”, chiariamo subito che questo
è esattamente ciò che noi facciamo e che intendiamo fare, senza intenzione alcuna
di delegarne la trattazione a soggetti terzi che potrebbero affrontare il tema anche
per motivi di propaganda elettorale.
Nell’articolo si legge anche il richiamo a “iniziative non coerenti di una istituzione
pubblica”, ponendo immediatamente al lettore la seguente domanda: Non coerenti
per chi? Qualcuno ha le chiavi della coerenza delle istituzioni? Forse nel periodo
della storia italica, di cui qualcuno o qualcuna potrebbe avere nostalgia, era così.
Ora non più, fortunatamente.
Forse lo Stato e i politici si potrebbero chiedere a cosa attribuire il numero
crescente di adolescenti che chiedono aiuto agli sportelli, come quello a cui noi
facciamo riferimento a Padova, che segnalano numeri in crescita preoccupanti,
anche per chi se ne interessa da vicino. Al momento non ci sono risposte
scientifiche alla questione, ma questo non implica la possibilità di mistificare la
realtà a proprio piacimento con ipotesi tanto fantasiose quanto palesemente
infondate.

Invitiamo caldamente l’On. Speranzon ad approfondire la questione, come lui
stesso dichiara di voler fare nell’articolo suddetto, documentandosi ampiamente,
dato il ruolo che ricopre, prima di uscire con dichiarazioni inappropriate sulla
Carriera Alias e, più in generale, sui ragazzi che intraprendono un percorso di
Affermazione di genere.
Invitiamo anzi il Senatore Speranzon a venire a conoscerci di persona per un
confronto, ma soprattutto per un ascolto. Si accorgerebbe così che i nostri ragazzi
e le nostre ragazze non sono ‘insoddisfatti’, ‘scontenti’ e ‘incontentabili’ o seguaci di
mode o ‘modelli che confondono’, come da lui dichiarato. Sono invece ragazzi e
ragazze che soffrono profondamente perché nati e nate in un corpo che non
riconoscono come proprio, arrivando sino a fenomeni di autolesionismo e a tentativi
suicidari.

In questo quadro la Carriera Alias si inserisce come uno strumento di tutela che
permette di creare un ambiente educativo protetto, dove viene riconosciuta
pienamente l’identità della persona transgender senza che questa sia costretta a
continui ‘coming out’. Si tratta di un profilo burocratico, alternativo e temporaneo,
riservato agli studenti transgender che la famiglia, di concerto con la psicoterapeuta
di riferimento, chiede all’Istituto e che rientra nella legalità perché appunto ‘interno’
alla scuola, non configurandosi quindi come reato di ‘falso ideologico’, come
ipotizzato dal Senatore.
Riteniamo invece che sarebbe importante che la Carriera Alias venisse ratificata in
tutte le scuole secondarie di primo e secondo grado italiane attraverso chiare linee
guida ministeriali, attualmente ancora inesistenti. Ad oggi, infatti, viene attivata a
discrezione del singolo Istituto in base alla sensibilità del Dirigente Scolastico e dei
membri del Consiglio di Istituto, su richiesta di persone interessate che vivono la
condizione trans.

Consideriamo, infine, inaccettabile e irrispettoso il riferimento benaltrista alle
persone disperate che fuggono sui barconi: una piccola strategia per eludere una
tematica poco conosciuta.
Pensare che intraprendere un percorso lungo, doloroso e spesso mortificante come
quello dell’Affermazione di Genere sia da attribuire solo alla volontà di aderire ad un
modello “imposto dalla società”, significa veramente avere poca conoscenza o una
conoscenza confusa del tema.
Attendiamo un cortese riscontro dal senatore Speranzon, sperando lui accetti il
nostro invito da comuni cittadini e cittadine.

Cordialmente,

Genitori Associazione Con-Te-Stare (Alessandra Zanetti, Francesco Michielin,
Nerina Covassin, Alessandra Fiori, Fabrizio Sommacal, Giovanna Bettin, Luca
Bortolato, Mara Molon, Andrea Ferlini, Monica Zane, Guglielmo Tartaglia, Annalisa
De Mattia, Giuseppe Zennaro, Patrizia Tiziani, Elisa Italia, Marino Ravenna,
Anjusca Zoggia, Elena Michielin, Giuliana Dallemule)Equipe specialistica (referente Valentina Cincotto)
Presidente dell’Associazione Roberta Rosin