Paolo Valerio, Presidente Onig ha condiviso con noi, anche a nome di Damiana Massara, alcune riflessioni su un bellissimo film “Just Charlie: diventa chi sei” nel quale sono descritte in modo vivido e molto poetico le vicissitudini di Charlie un* adolescent* che vive in segreto la sua incongruenza di genere.
Presto sarà in visione al cinema.
È un film molto bello che suggeriamo a tutti di vedere.
Si svolge in Inghilterra e descrive in modo molto vivido e poetico le vicissitudini di Charlie, un*
adolescent* che ha molto successo come giovane calciatore e vive in segreto la sua incongruenza
di genere. Charlie in realtà si sente una ragazza, ma ha difficoltà a rivelare i suoi vissuti e la sua
condizione di ragazz* gender variant per timore delle reazioni negative delle persone che più ama,
papà, mamma, sorella, nonna, amici.
Purtroppo, in parte, i suoi timori sono confermati. Quando alla fine emerge drammaticamente in
famiglia che non si identifica con il genere assegnato alla nascita si confronta a casa con
l’intolleranza del padre e della nonna materna oltre che il rifiuto dei compagni di scuola e degli
amici.
Trova, però, alleate al suo fianco la madre e la sorella. Ci sono adulti che accettano e sostengono
Charlie, come l’allenatore di calcio. Ci sono amiche e compagne di scuola che sono dalla sua parte.
E’ interessante notare come la sceneggiatura di P. Machen sottolinei come il pregiudizio più
violento nei confronti dello sviluppo atipico della identità di genere, possa provenire da persone
che sono a loro volta oggetto di pregiudizio, come gli amici di pelle scura della famiglia e la
giocatrice della squadra di calcio femminile anch’essa di colore.
Una volta fatto il passaggio cruciale di esprimere il proprio vissuto, essere stato creduto e
sostenuto con una presa in carico specialistica, il personaggio di Charlie nel film descrive
efficacemente il bisogno tipico dei ragazz* gender variant di chiarire, di spiegare; il coraggio e le
determinazione di affrontare a viso aperto le persone a cui vogliono bene che li rifiutano e di
contro il timore e le difficoltà ad affrontare gli sconosciuti.
Significativo ed estremamente frequente anche nella realtà italiana il conflitto tra i genitori, che
vede il padre fortemente disturbato dal desiderio di Charlie di essere riconosciuta nel proprio
vissuto di genere e la madre più capace di ascoltare e disponibile a sopportare la complessità.
Il film ricorda un altro film bellissimo prodotto nel 1997 del regista belga Alain Berliner che
vorremmo qui ricordare: La mia vita in rosa (Ma vie en rose), nella quale sono narrate in modo
altrettanto vivido e poetico le vicissitudini un Ludovic un bambino gender variant.
Sono trascorsi più di 20 anni ma la storia sembra la stessa.
Disagio da parte del contesto sociale di fronte alla richiesta di un/a bambino/a, adolescente che chiede
di essere riconosciut* nel genere percepito.
Traspare fortemente nel film il senso di solitudine di Charlie, la sua difficoltà a confrontarsi con il dubbi
degli altri (e’ un problema mentale?), con la diffusa transfobia e la conseguente violenza fisica che deve
subire che è la stessa con cui si confronta Brendon/ Brenda in un altro film molto drammatico ( Boys
don’t cry).
Nel film traspare però che qualcosa comincia a cambiare.
Esiste in UK Mermids un’associazione che sostiene bambini, adolescenti, giovani adulti non conforming
e i loro familiari a vivere in modo più sereno le avversità con cui possono confrontarsi rispetto al
contesto sociale. E’ il sito dell’associazione al quale il padre ed altri componenti della famiglia
sembrano rivolgersi per essere aiutati a comprendere le istanze di Charlie.
Esistono esperti a cui la giovane Charlie può rivolgersi, accompagnata dalla madre, e dai quali sarà
presa in carico. Si notano nei titoli di coda i ringraziamenti alla Tavistok Clinic di Londra che è il punto di
riferimento del Regno Unito per la presa in carico dei bambini, adolescenti con sviluppo atipico
dell’identità di genere e delle loro famiglie.
Esiste una scuola, i cui dirigenti, seppur dopo qualche incertezza iniziale, accettano che la frequenti
indossando abiti femminili.
Esistono amici che dopo qualche momento di disappunto riprendono il legame di amicizia con Charlie,
che potrà finalmente sentirsi meno sola.
Paolo Valerio, Presidente dell’Osservatorio sull’Identità di Genere ( ONIG )
Damiana Massara, Coordinatrice della Commissione Minorenni dell’ dell’Osservatorio sull’Identità
di Genere ( ONIG )